Arousal - Chimæra

Arousal - Chimæra

Esce senza etichetta (e già questo racconta qualcosa) il disco d'esordio di questo trio emiliano dalla buona vena compositiva e dall'inclinazione lievemente cervellotica. Registrato presso l'Happenstance Studio da Marco degli Esposti, non nuovo a produzioni psych di questo genere (Al/paca, Black Snake Moan), gli Arousal si presentano come una formazione dal sound sincretico e non facilmente definibile. Tendenzialmente stoner, senza sconfinare negli eccessi "atmosferici" e polverosi alla Kyuss di Sky Valley, e discretamente trippy, senza però mai raggiungere vette di pura lisergia. Gli intenti spaziali ci sono, ma più che a una libera evasione mentale, le incursioni astrali dei synth ricordano certe collaudate architetture prog. Il tiro in generale ricorda alcune band post-grunge come gli Amplifier, a un centimetro tanto dal metal quanto dal prog, senza mai aderire pedissequamente a nessuna delle due Regole. Del resto già il titolo è piuttosto indicativo: la chimera, la figura mitologica ibrida, simbolo del paradosso e dell'unione degli opposti.

Il disco quindi si prefigge programmaticamente di rappresentare un viaggio esoterico, un percorso di attraversamento dei vari stadi dell'esistenza, che si riflette dall'eptagramma della copertina fino alla caratterizzazione grafica dei titoli nella setlist, ognuno corredato da un simbolo planetario. Si parte dallo stato larvale (Crisalide) e si finisce nella discesa nel Tartaro di Dissesta, prima di ritornare nella dimensione del sogno (Onironauta). Ma al di sotto di tutta questa impalcatura semantica, cosa troviamo in questo Chimæra? I momenti più interessanti si ritrovano probabilmente nella transizione dalle chitarre alla Alice in Chains alle aperture shoegazy in Catarsi Ermetica, nei tempi asimmetrici e un po' Tool di Gabbia, nei momenti stoner più puri e fuzzosi rispetto ai meno suadenti intenti space. La ballad finale e i bei cori di chiusura sono anche queste reminiscenze aliceinchainsiane. Quello che rimane è un disco erratico, a tratti discontinuo, senza però risultare effettivamente "difficile" o necessitare più ascolti per una sua comprensione. Una proposta non totalmente inedita, ma senz'altro originale per l'Italia dove, se si esclude l'underground più sotterraneo, qualche intuizione del genere si è potuta indovinare a grandi livelli solo in certi passaggi di Requiem dei Verdena. Da tenere d'occhio gli Arousal; magari in una futura uscita sapranno evolversi come la chimera in qualcosa di ancor più impronosticabile.