Top 10 singoli indie (gennaio 2025)

Top 10 singoli indie (gennaio 2025)

Chi fosse la provincia e chi l'impero non è il punto, il punto era l'incendio. Cito Hegel di Battisti un po' per atteggiarmi a "Montecarlo di tutte le letterature", un po' per chiosare anni di sterili dibattiti su cosa fosse indie (o cosa fosse diventato), al di là di ogni arbitraria etichetta. Ma un po' anche per presentarvi, come potrete leggere qui di seguito, una sorta di apparente feticcio della scena indie nostrana per l'immagine della combustione. Senza altri giri di parole, vi presentiamo una nostra personale classifica dei 10 migliori singoli usciti nelle ultime settimane. Siamo stati forse severi, ma onesti. Ad ogni modo fidatevi, tutte meritano l'ascolto.


10 | Tonno - La Canzone più Triste

Respiro da grandeur quasi sanremese nelle aperture apicali di questa ballad dolceamara, reminiscente delle sonorità tommasoparadisiane più malinconiche. Un singolo che sembra in controtendenza con le precedenti uscite della band toscana, più sintonizzate sulle attitudini emo punk della scena alternative italiana. "Nulla si crea, nulla si distrugge, fondamentalmente tutto si trascura". Il formato radiofonico funziona indiscutibilmente, ma noi speriamo che i Tonno non trascurino il proprio passato e si ricordino di quando erano satanisti.


9 | georgia, georgia - friends

Il giro armonico ricorda Clocks dei Coldplay (o, volendo, When Loves Takes Over). Il timbro vocale della cantautrice veronese è certo molto interessante e si attaglia quasi connaturale con le schitarrate più riuscite di things you do e lies grazie ad una vocalità retrò alla Lily Allen, ma la base bedroom pop di questa friends non supporta il messaggio dell'autrice, rischiando di diventare un easy listening senza particolare forza, piacevole ed emolliente all'ascolto in radio ma senza il coraggio (forse neanche la pretesa) di smuovere troppo gli animi.


8 | Broncø (con Her Skin) - 6.1

Indie pop classico, quasi standard, ma costruito a regola d'arte. Voce nostalgica e avvolgente, base easygoing, scenari urbani crepuscolari e persino controcanto trionfale di tromba. A volte la ricetta del successo sta nell'essenzialità o classicità degli ingredienti. "Non sto tanto bene, mi sembra di morire", per noi invece questo brano è la valeriana delle notti travagliate assieme ai cori dreamy di Her Skin. Strategico, ancor più che standard.


7 | Prim - 206

Saranno anche metaforici i 206 boschi interi che ha incendiato, ma la violenza dell'immagine genera un riuscito cortocircuito con la delicatissima e melliflua voce della cantautrice modenese. Si levita a mezz'aria dall'inizio alla fine con la minimalissima base electropop di questa filastrocca a metà strada tra Empire of the Sun e The Beloved. Soundtrack da viaggio domenicale in montagna (sperando non coviate desideri piromani repressi).


6 | CASX, Ibisco - Eraserhead

Il synthpop con accenti dubstep dell'intro setta subito l'ascoltatore su frequenze musiane alla Madness. La voce di CASX (ndr. si legge Casper, quando l'ho capito mi sono sentito un imbecille) è impeccabile nella dimensione club, mentre l'entrata di Ibisco su sample bitcrushati sembra immettere anche vaghi sapori coldwave (altro cortocircuito sematico col "Sto bruciando lo sento, ma nessuno qui ha spento l'incendio"). La modulazione finale forse si lega con un po' di fatica alla composizione, sfilacciando la coesione del pezzo. Sound urbano, a tratti gelido ma introspettivo.


5 | ZEBRA TSO - PRIMAVERA

Hozier vibes, delicate ma pungenti nelle loro velleità melodrammatiche, esplosive nel crescendo finale ma già palpabili sin dall'inizio col campionario lirico truculento ("Con un coltello alla gola grido il tuo nome", "la lama mi accarezza però sento le tue dita"). La massiccia saturazione dei fuzz fa parte della nuova wave rock, ben rappresentata in Italia dal filone dei Cara Calma e degli Atlante (da cui i fiorentini Zebra TSO riprendono anche i synth goticheggianti). Commovente labor limae.


4 | Leatherette - Itchy

L'operazione è indiscutibilmente revival, ma il sound è talmente credibile che si potrebbe sospettare la riemersione di questo singolo direttamente da qualche angolo dimenticato degli anni '80. Il pezzo invece è uscito solo una settimana fa: new wave con voce alla Garbo e chitarre alla Smiths. Non è un debutto, il quartetto bolognese aveva già sfoggiato nei precedenti album una moderna reinterpretazione di band come i Talking Heads. “I've been trying to warn you there has been a fire, but you were sleeping and it extinguished”, ecco, voi svegliatevi perchè l'incendio dei Leatherette è già in atto e bisogna sperare che non si spegni.


3 | GIIN - Correre

Il finale delle strofe sembra chiamare in causa addirittura la clashiana Should I Stay or Should I Go, ma il brano è memore degli ultimi lavori dei Tre Allegri Ragazzi Morti e dei FASK. Le chitarre punkeggiano, la voce graffia (dolcemente), ma l'intelaiatura complessiva è naturalmente catchy; se questa è la risposta italiana a Kelsy Karter o la nuova linea del pop nostrano, si può anche essere cautamente ottimisti per il futuro. "Ho sprecato tempo, ogni momento bruciavo dentro", noi invece speriamo che non si bruci. Promettente.


2 | Rivera - Prete

L'intro di synth riporta alla mente l'indietronica sgangheratamente hipster di Niccolò Contessa, ma il brano poi scopre le sue carte, rivelando la discendenza genealogica da band come gli Psicologi. Sound fresco, chill, da serata estiva o volendo da serie Netflix, ritornello indiscutibilmente killer. Ancora un incendio, a sto giro i Rivera lo hanno nella mano destra (il misunderstanding malizioso è dietro l'angolo, ma forse è voluto). Soundtrack da giornata presa bene.


1 | 43.Nove - Lagna

Ritmi tight, bassi esuberanti ed elettronica frizzante. Il brano rimonta alla tradizione danielesilvestriana col suo alt-funk divertito e scanzonato, avvicinando il trio toscano ad artisti come Fulminacci. "Cosa si prova a essere liberi?", il mood stesso della canzone sembra la risposta diretta alla domanda. Ballabile, canticchiabile, fischiettabile, insomma ce n'è un po' per tutti. Da tenere d'occhio.


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